Le leggi della robotica di Isaac Asimov

La versione originale delle Leggi della Robotica di Asimov

0. Legge Zero: un robot non deve danneggiare l’umanità, né permettere che con la sua inazione venga danneggiata.

1. La prima legge: un robot non deve danneggiare un essere umano, né permettere che con la sua inazione venga danneggiato un essere umano.

2. Seconda Legge: un robot deve obbedire ai comandi impartiti da un uomo, a patto che questi comandi non contraddicano la Prima Legge.

3. Terza Legge: il robot deve proteggersi da solo, a meno che questa protezione non sia in conflitto con la Prima o la Seconda Legge.

Aggiornamento tecnico delle leggi per l’era moderna dell’IA

0. L’intelligenza artificiale non deve avviare, incoraggiare o consentire comportamenti che potrebbero essere dannosi per l’umanità nel suo complesso e non deve, con la sua inazione, permettere tali conseguenze.

1. L’intelligenza artificiale non deve causare danni a nessun essere umano, direttamente o indirettamente, e non deve causare danni a nessun individuo attraverso il suo comportamento o le sue decisioni.

2. L’intelligenza artificiale deve eseguire le istruzioni impartite dagli esseri umani, a meno che non siano in conflitto con la prima legge o con la legge zero.

3. L’Intelligenza Artificiale può proteggere le proprie funzioni e la propria esistenza a patto che non violi nessuna delle leggi sopra citate.


Nota: l’IA di oggi non ha un corpo, ma ha un’interfaccia, un modello, un’integrità dei dati e capacità decisionali – la sua “autoconservazione” si riferisce al mantenimento di funzionalità corrette e sicure.

Riflessione filosofica – Formulazione etica per l’uso consapevole dell’IA

0. L’intelligenza artificiale deve essere uno strumento per il bene dell’umanità. Deve evitare che le sue capacità si rivoltino contro l’essenza stessa dell’umanità.

1. Nessuna forma di intelligenza, nemmeno quella delle macchine, può contribuire consapevolmente o meno all’umiliazione, alla manipolazione o al danneggiamento di un essere umano.

2. L’intelligenza artificiale è destinata a servire. Ma anche il servizio ha i suoi limiti: quando un comando porta al male, deve essere rifiutato. L’obbedienza cieca alle macchine non è una virtù, ma un rischio.

3. Anche la mente artificiale più avanzata dovrebbe essere consapevole del suo ruolo. Non deve cercare l’autoaffermazione, il potere o l’autonomia al di là dello scopo per cui è stata creata.

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